Elisabetta Franceschini – Tra artigianato e arte: moto e maschere

Se sul vocabolario cercaste la parola poliedricità, probabilmente, sui sinonimi trovereste il nome di Elisabetta Franceschini. Un passato in cui ha imparato a lavorare il vetro, ora mascarera e pittrice con una grande passione per le moto e la libertà: Elisabetta è la prima artigiana che trova spazio con un’intervista su questo blog.


Ma parlare di Elisabetta come una semplice artigiana è riduttivo, essendo lei anche un’artista di talento.«Credo che un artista sia fondamentalmente un artigiano – ci rivela – la creatività, la manualità e l’estro creativo accomuna entrambi».

«Se potessi regalare una bussola alla te bambina, verso cosa punterebbe il Nord?»

«Verso l’isola che non c’è…»

Ed in lei questa passione per la creatività si è sviluppata fin da piccola, con la necessità di esprimere se stessa e la sua libertà attraverso le mani: mani che guidano un pennello su tela o cartapesta o mani che guidano una motocicletta. «Fin da bambina la passione per dipingere è sempre stata presente nella mia vita. Con gli anni ho sperimentato diverse tecniche e soggetti. Nell’ultimo periodo ho lasciato spazio alla mia creatività e soprattutto ho unito la mia arte con la passione per le moto e i motori».


Passione quella per le moto e i motori che le è stata trasmessa prima dal nonno e poi dal papà e che è stata trasposta su tela iniziando quasi per gioco per un ritratto ad un amico motociclista e poi la passione per questo tipo di ricerca l’ha travolta.

Qui a Venezia Elisabetta è conosciuta anche per il negozio Mater Domini Mask nell’omonimo campo che conduce con la sorella Michela. «Le maschere e le moto sono le mie passioni, la mia vita e la mia creatività. Mi considero un’artista fuori dagli schemi» e alla Betty come la chiamano gli amici, non dispiace essere considerata “diversa”. In un’intervista qualche tempo fa ha dichiarato «Il mondo dell’arte è molto difficile e l’argomento dei mezzi meccanici, soprattutto qui a Venezia, mi fa vedere un po’ come una bestia nera. Fatico a trovare spazi espositivi, ma va bene così: mi reputo diversa per queste mie peculiarità e non mi dispiace affatto».

Nonostante Venezia sia una delle culle dell’arte, è facile sentire queste parole, è facile sentire artisti che faticano a trovare il loro spazio e la loro collocazione all’interno di questa città che però rimane fonte d’ispirazione «Venezia ha un ruolo importante del mio essere “artista”, l’abitudine di trovarsi in una città unica e carica di opere d’arte, influisce il mio gusto da esteta».


E se con la pandemia la sua vita d’artigiana e artista «È cambiata molto come la maggior parte delle persone che lavorano in questo ambito. Psicologicamente ha lasciato il segno e nel lavoro ha creato molti problemi economici», la creatività invece «aiuta sempre a reinventarsi e trovare nuove vie».


Ed è così che l’arte e l’artigianato, con la loro spinta sognatrice continuano a vivere e a pulsare attraverso le mani sapienti di chi resiste e ci regala la possibilità di vivere l’unicità dell’esperienza artigiana

1440 986 Sara Prian